Approvvigionamento energetico dell’Ospedale St. Joseph in Ikelu, Tanzania
Questo progetto, che rientra nell’ambito della Cooperazione Internazionale, nasce grazie alla collaborazione dell’Associazione di Volontariato Ingegneria Senza Frontiere-Modena con Sicomoro NGO e Pamoya Onlus. Entrambe le associazioni partner di ISF sono attive da diversi anni sulle tematiche legate allo sviluppo dei popoli e agli squilibri nei rapporti Nord-Sud del mondo.
Nel febbraio del 2012 Sicomoro NGO e Pamoya Onlus, in risposta alla necessità di una struttura sanitaria organizzata ed attenta ai bisogni della popolazione, inaugurano il Saint Joseph Hospital, centro ospedaliero situato nel Sud-est della Tanzania, nel piccolo paese di Ikelu, sull’unica grande arteria stradale asfaltata del Paese che lo attraversa da Nord a Sud mettendolo in comunicazione con Kenia, Malawi, Zambia e Mozambico.
Ad oggi l’ospedale offre i suoi servizi ad un grande bacino d’utenza (250.000 abitanti) dal momento che le strutture ospedaliere più vicine distano circa 2 ore e 3 ore rispettivamente
verso nord e verso sud. Nel periodo delle piogge, inoltre, raggiungere tali centri è molto difficoltoso se non impossibile dal momento che tutte le strade di accesso sono in terra battuta.
Attualmente ogni mese vengono visitati oltre 1 500 pazienti, mentre i ricoveri mensili si attestano intorno ai 600.
Nonostante i grandi successi raggiunti fino ad oggi dall’ospedale, sono ancora presenti alcuni punti di debolezza tra cui la mancanza di una fonte energetica continua e stabile. L’intero centro infatti attinge all’energia governativa, che viene prodotta per lo più da un impianto idroelettrico. Non di rado però l’erogazione della corrente viene interrotta per diverse ore e talvolta per giorni, a seguito di guasti sulla linea, manutenzione e cali di produzione.
Questo causa gravi problemi al reparto di chirurgia e all’emoteca. Infatti l’ospedale dispone ad oggi di tutte le attrezzature necessarie per poter effettuare operazioni chirurgiche e trasfusioni, ma il governo non darà il permesso per avviare tali attività fino a quando l’ospedale non potrà garantire un’ alimentazione elettrica continua e stabile.
Proprio a seguito di questa necessità è nata la collaborazione con Ingegneria Senza Frontiere.
In generale, l’attività di Ingegneria Senza Frontiere ha come obiettivo quello di dare risposte concrete alle necessità delle comunità più svantaggiate, e fa di questo il punto di partenza del proprio impegno. L’attività di ISF si propone di creare uno spazio di progetto comune tra Nord e Sud del Mondo in cui elaborare, realizzare e diffondere pratiche e tecniche ingegneristiche in grado di favorire la piena realizzazione di tutti gli individui e le comunità umane. Gli strumenti che l’Associazione adotta per il conseguimento delle sue finalità sono progetti tecnici, progetti di ricerca, educazione e formazione.
Prima ancora di studiare un progetto per la produzione di energia elettrica sono stati studiati i consumi dell’ospedale.
Durante i mesi di luglio e agosto è stato possibile effettuare un viaggio in loco durante il quale è stato possibile valutare in maniera diretta la realtà ed il contesto presenti. Inoltre si è potuto analizzare le bollette energetiche e visionare tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche in possesso dell’ospedale per valutarne i consumi e le possibili riduzioni.
Una volta tornati in Italia è stato possibile studiare un progetto preliminare per la produzione di energie elettrica. In particolare si è scelto di realizzare un impianto fotovoltaico da 18 kW, fabbisogno energetico da garantire nei momenti di interruzione dell’erogazione della corrente elettrica. L’intero complesso ospedaliero è stato suddiviso in tre sezioni ad alta, media e bassa priori tà, differenti per la tipologia e l’autonomia di accumulo. Ogni sezione è dotata di un generatore ausiliare alimentato a diesel o, ancora meglio, benzina. Durante il giorno, una volta che i sistemi di accumulo sono stati caricati è
possibile utilizzare per le utenze ospedaliere direttamente l’energia fornita dall’impianto fotovoltaico.
Nel mese di dicembre è stato inoltre possibile recarsi nuovamente sul posto per analizzare l’impianto elettrico attualmente presente nell’ospedale per valutarne eventuali in compatibilità con l’ipotesi di progetto avanzata.
Proprio durante i viaggi effettuati dai soci di ISF è stato possibile notare anche la necessità di un miglioramento della gestione ospedaliera per quanto riguarda soprattutto il trattamento di rifiuti sani tari tramite inceneritore e lo smaltimento di rifiuti ospedalieri assimilabili ad urbani.
La collaborazione che è stata avviata tra le varie associazioni ha però uno scopo più ampio rispetto alla sola risoluzione del problema energetico. L’obiettivo finale è quello di formare personale locale, condividendo conoscenze ed esperienze, per poter permettere alle persone di lavorare in autonomia.
Il progetto preliminare è stato approvato dal consiglio di amministrazione del Saint Joseph Hospital e al momento si sta avviando una collaborazione con una ditta di Milano che realizzerà nel concreto l’opera.
Il progetto però non finisce qui: il contributo di Ingegneria Senza Frontiere non si limita alla consulenza tecnica. Ora è il momento di concentrarsi sulla formazione del personale locale per la gestione e manutenzione di tutto l’impianto oltre che per il raggiungimento della consapevolezza di questa tecnologia che deve quindi essere fatta propria dalle persone che ne beneficeranno e se ne cureranno.